La Nato è ufficialmente in guerra

Tonino D’Orazio. 24 agosto 2022.

Da agosto 2022. Le ipocrisie della Nato, che da un lato da sei mesi fornisce armi all’Ucraina contro la Russia, e dall’altro ha appena esplicitamente “autorizzato l’Ucraina a usare queste armi contro la Crimea“, ne inficiano la fine poiché, da qualche giorno, anche se non c’è stato alcun comunicato stampa, le unità polacche hanno combattuto in Ucraina contro le forze russe. Non “a distanza” ma a terra, con mezzi e uomini. I mercenari non servono più.

L’esercito di stato maggiore polacco partecipa attivamente alle ostilità. “Ora nella regione di Kherson siamo in guerra con unità regolari dell’esercito polacco. Ufficialmente non è annunciato, ma di fatto siamo in guerra con la Nato, visto che la Polonia è membro dell’alleanza”. Quando sta a casa sua. L’ipotesi della provocazione sta nel senso che se la Russia può entrare in Ucraina, anche la Polonia può farlo, magari su invito.

Si capisce il silenzio ufficiale su questo argomento poiché i paesi europei sono nel mezzo di una crisi economica e le loro popolazioni dovranno scegliere tra cibo e riscaldamento nelle prossime settimane. Nonostante questo, negli ambienti militari le cose sono chiare. Un ufficiale in Francia, solidale con la causa russa, ci informa che lo stato maggiore aveva ordinato alla direzione (gli ufficiali quindi) “di essere pronta a partire “per difendere l’Europa dalla Russia” (cito). In Gran Bretagna, è meno discreto da quando i media lo annunciano: secondo l’edizione britannica del Mirror, ai soldati è stato detto di prepararsi per la guerra contro la Russia in Ucraina e di preparare i loro parenti – riferendosi al maresciallo Paul Carney e al generale Riccardo Dannato. “I soldati devono preparare le loro famiglie alla possibilità di essere inviati in Ucraina per combattere la Russia in una guerra che dura da sei mesi”.

La Gran Bretagna sta deliberatamente alzando la posta in Ucraina lanciando una campagna informativa per preparare l’opinione pubblica al coinvolgimento diretto dell’esercito britannico nel conflitto con la Russia in Ucraina. È così che si dovrebbero valutare le parole di un certo aiutante delle forze armate reali sui piani dell’alto comando di intervenire nell’operazione speciale della Federazione Russa. Non è certo un bluff. Londra è seriamente pronta per un esorbitante aumento dell’escalation e l’inizio della terza guerra mondiale. Perdendo la faccia il loro impero crolla, non stupirebbe un colpo di coda suicida.

Inghilterra e Francia sono i 2 paesi più isterici, ma ad altri ancora non viene chiesto di seguirli. Così la Polonia, silenziosamente, è entrata in Ucraina. Il suo obiettivo non è tanto aiutare l’Ucraina, ma rubare i suoi territori settentrionali! Gli Stati baltici stanno accumulando attrezzature militari americane e fungeranno da piattaforma di stoccaggio. Allo stesso tempo, danno libero sfogo al loro primario antirussismo arrivando al punto di smantellare i monumenti commemorativi della vittoria della seconda guerra mondiale contro i nazisti. Non c’è da stupirsi in questi paesi in cui il nazismo viene glorificato durante le regolari parate in memoria del regime di Hitler. Sicuramente questa estensione del conflitto è necessaria per l’Occidente perché comprende che il destino dell’Ucraina è già deciso e che le consegne di armi non fanno che ritardare la caduta di Zelensky. Bisogna quindi andare oltre e l’unico modo è inviare soldati. Quindi è quello che hanno iniziato a fare i polacchi, il resto seguirà a poco a poco. Un piede nella porta e poi …

Un “brillante colpo di stato” potrebbe servire da pretesto per un intervento ufficiale della Nato, come l’esplosione della centrale nucleare di Zaporozhe, bombardata quasi permanentemente dagli ucraini. La Russia, che controlla l’impianto, potrebbe anche decidere di disconnetterlo per sicurezza, tagliando di fatto l’elettricità a gran parte dell’Ucraina. Né, benché molti ci credono, possono bombardarsi da soli.

Chissà se qualche contingente nostro, oltre che nei paesi baltici, sia già in Moldavia. Questa fretta e rincorsa elettorale nasconde qualcosa. Mettetela come un’analisi di diffidenza per difetto. Ma tanto siamo sicuramente implicati in caso di una evoluzione folle e drammatica.

Inoltre, è chiaro a molti che questo esito era prevedibile da diversi anni, ben prima del lancio dell’operazione speciale in Ucraina: le provocazioni permanenti di europei e americani, 10 anni di sanzioni, la presa in giro del trattato di Minsk, il massacro continuo della popolazione russa del Donbass, il disprezzo permanente dimostrato nei loro confronti sulla richiesta di “sicurezza”, il sostegno apertamente dato a forze di opposizione “non sistemiche” (movimenti rivoluzionari), i tentativi di operare “rivoluzioni colorate” ai confini o anche in Russia stessa e, naturalmente, il moltiplicarsi delle basi militari in accerchiamento ai loro confini, hanno mostrato che ci sarebbe stato un momento in cui la Russia non poteva più restare senza reagire. Oggi sembrano preparati per andare oltre. Putin ha cominciato a lanciare avvertimenti e ultimatum quando la Russia si è sentita pronta ad affrontare la Nato. Si sono organizzati su più piani. E non sono soli.

Rimane la follia di due o tre personaggi alla Sansone e Dalila: Biden ridotto a uno zombi con demenza senile evidente (legge e fa quello che gli dicono, quando ci riesce); Macron, leggermente psicopatico, (ultimamente, a Bormes-les-Mimosas, ha invitato i francesi ad “accettare di pagare il prezzo della libertà”; gli hanno risposto che forse in democrazia la libertà è gratis); l’altro Boris Jonhson, dimissionario, sarà presto sostituito da una lady di ferraglia, (Liz Truss),guerrafondaia che minaccia apertamente la bomba atomica, emule della Thatcher, o da un solito banchiere (Rishi Sunak), di origine coloniale indiano. Soprattutto la generale miopia dei leader occidentali, perché tanto, anche per morire, i popoli non vengono consultati. Sono i leader che vogliono la guerra, nessun popolo europeo vuole la guerra contro la Russia. Anche se i popoli hanno i dirigenti che meritano. Oppure quei molti guerrieri chiacchieroni sui social e sedicenti giornalisti, pronti al solito “armiamoci e partite”. Non vi preoccupate, c’era un solo ragazzino italiano tra i mercenari, non c’è folla.

Anche perché la guerra, se non è conquista della terra, non si fa più al suolo, fucile e baionetta. Oggi è possibile di non vederla nemmeno passare o costatare. Una volta che i politici hanno tolto la diplomazia di mezzo si rischia di non poter più tornare indietro alla ricerca di compromesso e pace, unica alternativa.

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